Tipo: Atti del Consiglio d'Europa: Risoluzione del Parlamento sulle evoluzioni e gli adeguamenti possibili dell'attuale struttura istituzionale dell'Unione europea
Autorità: Autorità europee - Unione europea: Parlamento europeo
Data: 16/02/2017
Oggetto: Il Parlamento europeo è convinto che sia giunto il momento per una profonda riflessione su come affrontare le carenze dell'Unione europea in termini di governance, avviando un'ampia e radicale revisione del trattato di Lisbona; considera che, nel frattempo, si possano attuare delle soluzioni a breve e medio termine sfruttando il pieno potenziale dei trattati esistenti; osserva che la riforma dell'Unione dovrebbe andare verso la modernizzazione con l'introduzione di nuovi strumenti, di nuove capacità europee efficaci e di una maggiore democratizzazione dei processi decisionali, anziché verso un ritorno alla nazionalizzazione attraverso un maggiore ricorso all'approccio intergovernativo; sottolinea che i recenti sondaggi dell'Eurobarometro dimostrano che, contrariamente alla credenza popolare, i cittadini europei continuano a essere pienamente consapevoli dell'importanza di soluzioni autenticamente europee, nonché favorevoli a tali soluzioni, anche nei settori della sicurezza, della difesa e della migrazione; osserva con grande preoccupazione il proliferare di sottogruppi di Stati membri, un fenomeno che mina l'unità dell'Unione causando una mancanza di trasparenza e diminuendo la fiducia dei cittadini; ritiene che il formato più adatto per condurre il dibattito in merito al futuro dell'Unione sia quello dell'UE-27; sottolinea che la frammentazione del dibattito in vari formati o gruppi di Stati membri sarebbe controproducente; deplora il fatto che ogniqualvolta il Consiglio europeo abbia deciso di applicare metodi intergovernativi, eludendo il "metodo dell'Unione" quale definito dai trattati, ciò abbia condotto non solo a una riduzione dell'efficacia nella formulazione delle politiche, ma anche a una crescente mancanza di trasparenza nonché di responsabilità e controllo democratici; ritiene che un percorso differenziato sia concepibile soltanto in quanto primo passo verso una formulazione delle politiche dell'UE più efficace e integrata; ritiene essenziale, in tali circostanze, riaffermare la missione di "un'unione sempre più stretta tra i popoli dell'Europa" (articolo 1 TUE) al fine di mitigare qualsiasi tendenza alla disintegrazione e chiarire ancora una volta la finalità morale, politica e storica nonché la natura costituzionale dell'UE; suggerisce di rendere meno restrittivi i requisiti per l'introduzione di una cooperazione rafforzata e strutturata, anche riducendo il numero minimo di Stati membri partecipanti; suggerisce che la prossima revisione dei trattati sia intesa a razionalizzare le attuali differenze foriere di disordine, ponendo fine alla pratica delle clausole di partecipazione e di non partecipazione e delle deroghe per singoli Stati membri al livello del diritto primario dell'UE, o almeno riducendola drasticamente; raccomanda che sia definito e sviluppato un cerchio di partner intorno all'UE per i paesi che non possono ancora aderire o che non aderiranno all'Unione ma che desiderano comunque intrattenere relazioni strette con l'UE; è d'avviso che queste relazioni dovrebbero essere accompagnate da obblighi corrispondenti ai diritti connessi, per esempio un contributo finanziario e, soprattutto, il rispetto dei valori fondamentali dell'Unione e dello Stato di diritto; ritiene che occorra preservare il quadro istituzionale unico al fine di raggiungere gli obiettivi comuni dell'Unione, garantendo il principio di parità di tutti i cittadini e degli Stati membri; osserva che questa nuova forma di partenariato potrebbe costituire una delle possibili soluzioni per rispettare la volontà di lasciare l'UE espressa dalla maggioranza dei cittadini del Regno Unito; sottolinea che il recesso del Regno Unito, uno degli Stati membri più grandi nonché il più grande tra quelli non appartenenti alla zona euro, incide sulla forza e sull'equilibrio istituzionale dell'Unione; chiede che le sedi dell'Autorità bancaria europea e dell'Agenzia europea per i medicinali, entrambe attualmente a Londra, siano trasferite in un altro Stato membro, considerando la scelta dei cittadini britannici di uscire dall'UE; ritiene che la politica economica e di bilancio comune dovrebbe diventare una competenza condivisa dell'Unione e dei suoi Stati membri; ritiene che, nella loro forma attuale, il Patto di stabilità e crescita e la clausola di "non salvataggio" (articolo 125 TFUE) non raggiungano purtroppo gli obiettivi perseguiti; ritiene che l'UE debba respingere i tentativi di tornare a politiche nazionali protezionistiche e che, in futuro, dovrebbe continuare ad essere un'economia aperta; avverte che tale risultato non può essere ottenuto con lo smantellamento del modello sociale; invita a concentrare il potere esecutivo nella Commissione attraverso la figura di un ministro delle Finanze dell'UE, attribuendo alla Commissione la capacità di formulare e attuare una politica economica comune dell'UE che combini strumenti macroeconomici, fiscali e monetari con il sostegno di una capacità di bilancio della zona euro; sottolinea che lo sviluppo di risorse energetiche nuove e rinnovabili dovrebbe essere inserito nei trattati come obiettivo primario sia per l'Unione che per gli Stati membri; osserva che i trattati offrono molteplici possibilità per istituire un sistema di gestione della migrazione e di asilo umano e ben funzionante, inclusa una guardia di frontiera e costiera europea, e plaude ai progressi realizzati in tal senso; ritiene, tuttavia, che i trattati, in particolare l'articolo 79, paragrafo 5, TFUE, siano troppo restrittivi per quanto concerne altri aspetti della migrazione, in particolare a proposito dell'istituzione di un vero sistema europeo per la migrazione legale; sottolinea che il futuro sistema dell'UE per la migrazione deve creare sinergie con gli aiuti esteri e con la sua politica estera, e unificare i criteri nazionali per la concessione dell'asilo e l'accesso al mercato del lavoro; insiste sulla necessità di un controllo democratico da parte del Parlamento sull'attuazione dei controlli alle frontiere, degli accordi con i paesi terzi, inclusa la cooperazione in materia di riammissione e di rimpatrio, e delle politiche in materia di asilo e migrazione, e sottolinea che la tutela della sicurezza nazionale non può essere usata come un pretesto per eludere l'azione europea; ritiene necessario, in considerazione dell'intensità della minaccia terroristica, potenziare le capacità dell'UE nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata internazionale; sottolinea che, oltre a rafforzare il coordinamento tra le autorità competenti e le agenzie negli Stati membri, è opportuno attribuire a Europol e a Eurojust reali competenze e capacità di indagine e di perseguimento dei reati, trasformandoli eventualmente in un vero e proprio ufficio europeo di indagine e di lotta al terrorismo, soggetto al dovuto controllo parlamentare; osserva che soltanto potenziando la politica estera e di sicurezza comune l'UE può dare risposte credibili alle nuove minacce e sfide alla sicurezza, contrastando in tal modo il terrorismo e portando pace, stabilità e ordine nel suo vicinato; ribadisce che dovrebbero e potrebbero essere compiuti maggiori progressi nel quadro del trattato di Lisbona, compreso l'utilizzo delle disposizioni relative alle decisioni per maggioranza qualificata, ed è del parere che il vicepresidente/alto rappresentate dovrebbe essere denominato ministro degli Affari esteri dell'UE e dovrebbe essere sostenuto nei suoi sforzi di diventare il principale rappresentante esterno dell'Unione europea nei consessi internazionali, non da ultimo a livello delle Nazioni Unite; ritiene che il ministro degli Affari esteri dovrebbe poter nominare delegati politici; propone di rivedere la funzionalità dell'attuale Servizio europeo per l'azione esterna, compreso il bisogno di risorse di bilancio adeguate; sottolinea che è necessario istituire rapidamente un'Unione europea della difesa per rafforzare la difesa del territorio dell'UE che, in partenariato strategico con la NATO, consentirebbe all'Unione di agire autonomamente all'estero, in particolare al fine di stabilizzare il suo vicinato e migliorare in tal modo il ruolo dell'UE quale garante della propria difesa e della sicurezza, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite;. propone di estendere per tutte le persone fisiche e giuridiche che sono direttamente e individualmente interessate da un procedimento il diritto di adire la Corte di giustizia per presunte violazioni della Carta dei diritti fondamentali da parte delle istituzioni dell'UE o di uno Stato membro, modificando gli articoli 258 e 259 TFUE; raccomanda di sopprimere l'articolo 51 della Carta dei diritti fondamentali e di trasformare la carta in una Carta dei diritti dell'Unione; si impegna a svolgere un ruolo di primo piano in questi importanti sviluppi costituzionali ed è determinato a presentare le sue proposte per la modifica dei trattati in tempo utile;.infine, ritiene che il 60° anniversario del trattato di Roma rappresenterebbe l'occasione appropriata per avviare una riflessione sul futuro dell'Unione europea e concordare una visione per le attuali e future generazioni di cittadini europei che porti a una convenzione finalizzata a preparare l'UE per i prossimi decenni
Classificazione: Tema generale
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