Tipo: Ordinanza

Autorità: Corti nazionali: Corti supreme (Italia) - Corte Costituzionale

Data: 05/03/2007

Oggetto: La questione sollevata da più giudici riguarda l'inapplicabilità retroattiva delle nuove norme più favorevoli in tema di termini di prescrizione dei reati (introdotte dalla legge 5 dicembre 2005, n. 251), da cui sono esclusi i processi già pendenti in primo grado ove, alla data di entrata in vigore della riforma, vi sia stata la dichiarazione di apertura del dibattimento. Secondo i giudici emittenti, tali norme violerebbero il principio di applicazione retroattiva della norma penale più favorevole, tutelato tra gli altri anche dagli artt. 10 e 11 Cost. essendo sia una «norma di diritto internazionale generalmente riconosciuta» (in quanto enunciato dall'art. 15 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici adottato a New York il 16 dicembre 1966), sia un «principio generale del diritto comunitario» (in quanto tutelato dall'art. 49, comma 1, della Carta dei diritti fondamentali, articolo riprodotto nell'art. II-109, comma 1, del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004, e altresì qualificato dalla Corte di giustizia delle Comunità europee (sentenza 3 maggio 2005, C-387/02, C-391/02 e C-403/02) come appartenente «alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri», e dunque quale «parte integrante dei principi generali del diritto comunitario che il giudice nazionale deve osservare». La Corte ordina, tuttavia, la restituzione degli atti ai giudici remittenti avendo nel frattempo dichiarato l'illegittimità costituzionale del predetto art. 10, comma 3, della legge n. 251 del 2005 con la sentenza n. 393 del 2006, avendo ritenuto che la scelta compiuta dal legislatore non si conforma "al canone della necessaria ragionevolezza".

Lingua Originale: Italiano

Classificazione: Art. 49 Diritto penale - Favor rei

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